Di Ninni
Il 4 dicembre il voto sul referendum costituzionale, ecco il quesito
Referendum - votazioni
Tra pochi giorni gli italiani si recheranno alle urne
20/11/16

Il 4 dicembre i cittadini italiani sono chiamati ad esprimere il loro parere. Lo strumento cardine di ogni assetto politico democratico, il referendum, è il passo scelto dall’attuale Governo per interrogare la volontà popolare sulla riforma o meno della carta costituzionale.

Referendum confermativo

Innanzitutto, quello del 4 dicembre non sarà un referendum abrogativo, genere al quale siamo maggiormente abituati vista la sua frequenza negli ultimi anni. Si tratta invece di un referendum confermativo, nel quale si chiede ai cittadini se confermano o meno la proposta di legge avanzata dal Governo.

Quest’ultima, nota con il nome “legge Boschi” dalla ministra Maria Elena Boschi che l’ha formulata, intende apportare delle modifiche strutturali all’attuale assetto istituzionale della Repubblica Italiana. In particolare, prevede il superamento del bicameralismo perfetto, ovvero la riformulazione dell’attuale struttura del Senato. I senatori saranno ridotti di numero e verranno eletti dai presidenti delle regioni, in modo da dare maggiore rappresentanza alle realtà locali.

La Camera dei Deputati vedrà in tal modo aumentare i suoi ambiti decisionali, resterà l’unica in grado di esprimere la fiducia al governo e di operare nell’attività legislativa. Verranno altresì eliminati i riferimenti alle provincie e smantellato il Consiglio Nazionale dell’Economia e del Lavoro (CNEL), ancora in virtù di uno snellimento della struttura governativa.

Per maggiori e più dettagliate informazioni su tutte le misure proposte nella “legge Boschi” si rimanda al sito referendum costituzionale.

Riportiamo qui il testo che i cittadini si troveranno di fronte al momento del voto:

“Approvate voi il testo della legge costituzionale concernente ‘disposizioni per il superamento del bicameralismo paritario, la riduzione del numero dei parlamentari, il contenimento dei costi di funzionamento delle istituzioni, la soppressione del Cnel e la revisione del titolo V della parte II della Costituzione’ approvato dal Parlamento e pubblicato nella Gazzetta Ufficiale n. 88 del 15 aprile 2016?”

La domanda referendaria non ha mancato di suscitare proteste, soprattutto da parte del fronte del “no”. Secondo alcuni, infatti, il quesito così posto conterrebbe un implicito riferimento a favore del “sì”. Le due alternative si contendono un passo importante della storia d’Italia.

Un referendum che passerà alla storia?

Dal 1948, infatti, non si aveva un referendum di una tale importanza. Sotto il voto popolare vi è una fetta considerevole del testo costituzionale, lo stesso che ha regolato e regola la nostra vita sociale ininterrottamente dal dopoguerra.

Non verranno toccati – è vero – i principi fondamentali della nostra Costituzione, cioè i primi 12 articoli. E non saranno posti sotto riesame nemmeno quegli articoli che definiscono i diritti e i doveri del cittadino italiano. Saranno invece chiamati, o meno, al cambiamento, gli articoli della seconda parte della Costituzione, quelli cioè inerenti alla conformazione istituzionale.

La punta della matita di ogni cittadino che si recherà a votare, quindi, avrà un peso considerevole per la politica e la storia italiana.

La riforma Boschi è dunque pronta ad essere sottoposta all’ultimo e più importante esame del suo iter formativo. Il 4 dicembre 2016, comunque vada, avverrà un passaggio importante per tutta la nazione.

G.C.