Di Ninni
“Fake marriage”, il Pm De Lucia ha richiesto il rinvio a giudizio di 28 persone coinvolte nell’inchiesta dei finti matrimoni
Fake marriage
Andavano a sposarsi a Santo Domingo perché pagati dall'organizzazione che gestiva finti matrimoni per far ottenere alle donne caraibiche la cittadinanza italiana
25/06/17

“Fake marriage”. Il Pm Gabriella De Lucia ha richiesto il rinvio a giudizio di 28 persone coinvolte nell’inchiesta dei finti matrimoni.

O meglio, i  matrimoni erano regolari, celebrati sì a Santo Domingo ma con tutti i crismi dell'ufficialità. Peccato che le spose, una volta arrivate in Italia, lasciavano i loro mariti. Ma questi non erano delle vittime, chi si prestava ad andare in sud America per sposare queste donne non cadeva in un raggiro d'amore. Affrontavano il viaggio perché pagati dall'organizzazione che gestiva finti matrimoni per far ottenere alle donne caraibiche la cittadinanza italiana. 

L’udienza del 27 giugno davanti al gup è il risultato di un'operazione dei carabinieri della compagnia di Vasto, coordinata dal maggiore Giancarlo Vitiello, nei confronti di un'organizzazione criminale che combinava matrimoni tra cittadini italiani e donne di nazionalità dominicana.  

Lo scopo dell'organizzazione era, come detto, far ottenere permessi di soggiorno. Permessi regolari in tutto, ma i matrimoni non venivano consumati, anzi, le spose fuggivano. Il meccanismo era semplice: due donne, madre e figlia entrambe cittadine dominicane, ingaggiavano dei falsi mariti in Italia, in particolare in Abruzzo. Questi, dietro il pagamento di una somma di denaro, prendevano un aereo, arrivavano a Santo Domingo e celebravano le nozze. Arrivate in Italia, le donne convivevano con i nuovi mariti fino a che non ottenevano la cittadinanza italiana. Poi scomparivano lasciando gli uomini soli ma con un bel gruzzolo premio. Martedì, al tribunale di Vasto, non sono escluse sorprese.

P.C.

Collegamenti