Di Ninni
Villette senza strada di accesso, la replica dell'ing. Roberto D'Ascanio
Tribunale
L'avv. Di Bello: "Sono fortemente colpito e meravigliato dell'intervento mediatico"
18/09/18

Seppur non indicato nominalmente ho ben compreso che l'articolo dal titolo "Finisce in Tribunale la querelle fra 20 famiglie e i proprietari di una stradina" si riferiva agli acquirenti di un lotto edificabile in Montenero di Bisaccia sul quale una ventina di famiglie pretende di passare per accedere alle loro proprietà. Lo scrivente è uno dei comproprietari di detto lotto sul quale ha realizzato un fabbricato in cui attualmente vi abita con annessa una pertinente area a servizio. Mi preme specificare e rettificare il contenuto del Vostro articolo e della dichiarazione dell'Avv. A. Tascione.

1. Non corrisponde al vero la circostanza riferita dall'Avv. Tascione circa l'esistenza ab immemorabile di una stradina di passaggio sul mio terreno;

2. ln occasione della realizzazione del mio fabbricato, l'impresa costruttrice ha realizzato un accesso di cantiere del quale hanno tratto vantaggio temporaneo i proprietari dei fabbricati retrostanti (la ventina di famiglie);

3. Non abbiamo mai realizzato strutture dirette ad impedire tale vantaggioso utilizzo, essendoci limitati a costruire i manufatti nei rigorosi limiti assentiti dalle autorizzazioni Comunali. Abbiamo legittimamente apposto sull'entrata una catena amovibile per tutelare la nostra sicurezza e privacy, senza impedire con ciò alcun passaggio ai retrostanti residenti;

4. I rapporti tra la ditta costruttrice delle altrui villette ed i loro attuali proprietari non sono a nostra conoscenza, per cui non sappiamo se il venditore ha loro garantito o meno l'accesso alla via pubblica attraverso la mia proprietà. 

5. Se così fosse da un lato la ditta venditrice avrebbe delle grosse responsabilità, dall'altro la responsabilità sarebbe degli stessi acquirenti che, con un minimo di diligenza avrebbero - attraverso la consultazione dei pubblici registri immobiliari - potuto verificare la loro interclusione.

Vero è che la questione, la cui soluzione amichevole è stata più volte da noi sollecitata, non ha mai avuto serio riscontro da parte della ventina di famiglie e perciò siamo stati costretti a ricorrere al Tribunale di Larino. Ho messo al corrente del Vostro articolo il mio difensore Avv. Nicolino di Bello di Montenero di Bisaccia, il quale si è così espresso: "Sono fortemente colpito e meravigliato dell'intervento mediatico su una questione privata che, tutto sommato, non merita tanta risonanza. Con tutto il rispetto per l'insopprimibile funzione divulgativa della stampa, in qualsiasi forma, sono sorpreso che la vicenda tuttora sottoposta al vaglio della Magistratura prenda lo spunto mediatico da una circostanza che è del tutto ininfluente. ll fatto che alcune delle persone coinvolte siano nate a Vasto viene trattato come una specie di diritto ad una ulteriore difesa, anche attraverso il richiamo specifico al Giudice che sta trattando Ia causa, pur esso di Vasto, quasi a significare che lo ius soli prevalga sulle ordinarie competenze giurisdizionali. Ferma restando la profonda fiducia e l'incondizionato rispetto per la Magistratura e, in particolare, per il Dott. Carlo Sgrignuoli, non posso non segnalare come la questione giudiziaria, promossa mesi orsono, viene alla ribalta mediatica nell'imminenza di importanti appuntamenti procedurali. Sarà un caso, ma devo stigmatizzare il malcelato tentativo di spostare la trattazione della questione in ambiti diversi da quelli giudiziari naturalmente e giuridicamente deputati alla soluzione di questioni controverse."

Ing. Roberto D'Ascanio