Di Ninni
Cinghiali, danni e disagi ma nessun candidato alla presidenza della Regione ne parla
Cinghiali - cinghiale
La delusione dell'associazione Terre di Punta Aderci
18/01/19

Duemila firme raccolte in meno di 48 ore non sono bastate a scuotere la politica e ad ottenere un provvedimento per il contenimento di cinghiali.

Michele Bosco, presidente dell'associazione Terre di Punta Aderci è profondamente deluso e non lo nasconde.

Nessuno degli attuali candidati alla presidenza del governo regionale ha mandato un messaggio a Bosco o inserito la questione nell'elenco dei problemi da risolvere con la massima urgenza. "Eppure ormai i cinghiali sono fuori dalla porta di casa", dice Bosco. "Peggio, aumentano gli incidenti causati dall'attraversamento delle strade da parte degli ungulati. Fate qualcosa per risolvere questo problema", chiede Bosco ma lo chiedono anche i cittadini di Vasto, Pollutri, Casalbordino e Torino di Sangro.

Anche i pendolari che dal Vastese raggiungono la Val di Sangro per motivi di lavoro chiedono un'urgente e tempestiva azione da parte delle autorità preposte nella gestione dei cinghiali. Si tratta di un tema sentito dalla popolazione. "Spesso", afferma l'associazione Terre di Punta Aderci "l'argomento viene utilizzato a fini politici e propagandistici, ma mai realmente affrontato. Va ricordato che gli ungulati rappresentano una minaccia anche per le colture agricole. Ammontano a 746mila euro i danni denunciati dagli agricoltori di tutta la provincia di Chieti nel 2017.

All'appello di Michele Bosco ha risposto Camillo D'Amico che nel condividere le preoccupazioni del referente dell'associazione Terre di Punta Aderci, aggiunge anche una proposta. "Il grido di dolore", scrive D'Amico "lanciato dall'associazione 'Terre di punta Aderci' sul silenzio dei candidati alla presidenza della Regione, sul problema cinghiali, dimostra la gravità della questione. Il problema c'è ed è presente da anni , ma mai nessuno lo ha preso a cuore cercando una soluzione nonostante i danni patiti dalle produzioni agricole e i frequenti incidenti stradali. A Michele Bosco", prosegue D'Amico "do alcuni consigli da girare alla politica: va promossa la cattura dei cinghiali con le gabbie avviando i capi abbattuti verso la filiera della trasformazione.

Con opportune azioni ed una programmazione sostenuta sul piano scientifico si potrebbero salvare i capi piccoli e ricorrere all'evirazione dei maschi riducendo così la loro capacità riproduttiva futura. Sarebbe un metodo di contenimento assolutamente compatibile con l'area di riserva, per nulla impattante e di efficacia sicura. Per realizzare questo" annota D'Amico "è necessaria una chiara volontà politica ed istituzionale, con il concorso del servizio veterinario dell'ASL e dell'ATC, Con un "protocollo d'intesa.I cinghiali da problema diventerebbero una risorsa di lavoro e di opportunità economica".

Paola Calvano

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