Di Ninni
Anche il 28 gennaio è il Giorno della Memoria
Giorno della memoria
Le riflessioni di un nostro lettore
27/01/19

Vorrei vedere sempre meno post e Instagram stories sulla Shoah, sull'importanza del ricordo, ma sempre più consapevolezza del reale significato di questa ricorrenza. Ricordare le vittime dell'Olocausto non è una prassi, sebbene alcuni comincino a comportarsi di conseguenza. Il mondo si ferma a riflettere soltanto il 27 Gennaio, il tempo necessario a condividere la frasetta di repertorio. Si fa 'Click' su 'Condividi', ma l'unica cosa che traspare è l'illusione di essersi opposti alle 'naziste volgarità'. Poi, all'alba del 28 Gennaio, il 'diverso' è deriso, i muri separano intere famiglie, si lucra ancora sui bisognosi e ci si afferma, ancora ed inevitabilmente, a danno dei più deboli. E ciò di cui si è parlato fino a qualche ora prima scorre inesorabilmente verso la dimenticanza... almeno fino alla prossima sua ricorrenza. È vero, il 27 Gennaio cade questa ciclicità, ma il ricordo permane tutti i giorni dell'anno, non soltanto in questa occasione. Opporsi alle atrocità del Nazismo il 27 Gennaio, significa farlo ogni giorno dell'anno, per sempre: essere avversi a tutti coloro pronti ad affermarsi a danno degli altri sulla base di una diversità culturale, etnica o religiosa, ed esserlo in ogni momento. Fin quando difendere il più debole non diverrà la più grande missione dell'umanità le vittime dell'Olocausto non saranno mai ricordate davvero, la loro morte non avrà significato ed i campi di concentramento saranno 'pieni' per sempre.

Piermario Angelini