Di Ninni
Enrico di Gissi alla Vita in Diretta su Rai Uno: "Io clandestino in Svizzera"
Enrico
Il triste racconto: "7 mesi chiuso in casa senza far rumore"
11/10/19

Commovente racconto oggi alla Vita in Diretta su Rai Uno condotta da Lorella Cuccarini. Protagonista della vicenda Enrico, 61enne originario di Gissi. 

"Abitavo a Gissi, un piccolo paese dell'Abruzzo e li c'era la fame. I miei genitori - racconta Enrico - emigrarono in Svizzera per lavoro ma siccome avevano solo un lavoro stagionale io non potevo entrare e fui portato dai miei zii a Udine insieme a mia nonna. Dopo qualche giorno, avevo 3 anni e mezzo, sono scappato e mentre stavo su una corriera mi trovarono i Carabinieri a cui dissi che stavo andando dai miei genitori, ma fui riaccompagnato dai miei zii. A questo punto i miei genitori decidono di portarmi in Svizzera clandestinamente. Arrivammo a Domodossola e sul treno per la Svizzera io ero nascosto sotto la gonna di mia nonna mentre la Polizia controllava. A Berna abbiamo cambiato treno fino a giungere a Biel/Bienne, una città industriale tra il cantone svizzero e quello francese. Qui -prosegue Enrico - mi portano in una soffitta e da questo momento nessuno doveva sapere della mia presenza. Tutte le mattine mia mamma, che usciva dopo mio padre per andare a lavoro, mi diceva di non far rumore, non giocare e non uscire altrimenti la polizia mi portava via. Ricordo l'unico bagno presente era in corridoio ma siccome non potevo uscire mia nonna aveva preparato un secchio per fare i bisogni. Io - prosegue Enrico - ho rimosso quel periodo, ricordo solo quando sono uscito ed ho visto la luce e una piazza con la fontana. Questo è stato possibile perchè mio padre aveva avuto il contratto di lavoro annuale. Avevo quasi 4 anni e mezzo, sono rimasto circa 7 mesi chiuso li sopra. Questa vicenda mi ha lasciato tanti segni e sopratutto mi ha insegnato la solidarietà verso chi ha bisogno e nella mia vita, oltre a lavorare, mi dedico molto a questo. Spero di essere diventato una persona buona. Per un bambino è assurdo dire non giocare. A chiunque raccontavo la storia rimaneva scettico ma dopo l'uscita di alcuni libri che parlavano di queste vicende ho potuto finalmente narrare la mia esperienza. Sono tornato in Svizzera per girare un docufilm e a un certo punto - conclude Enrico - avevo tanta voglia di stare da solo".