Di Ninni
Tagli alle guardie mediche nell’alto vastese, Paolucci si schiera con i sindaci
Silvio paolucci
Il capogruppo PD in regione: “Il governo regionale ha abbandonato questo territorio”
07/07/21

“Tagli alle guardie mediche, alle postazioni di emergenza per quanto riguarda gli infermieri e tagli agli specialisti. Questo è il risultato di due anni e mezzo di governo di destra dopo anni di promesse nel Vastese. Per questo va sostenuta la mobilitazione dei sindaci dell’Alto vastese a difesa delle guardie mediche e delle postazioni di emergenza, oggetto della recente razionalizzazione da parte della Asl 2. Serve una risposta concreta all’assoluta mancanza di programmazione sanitaria da parte della Regione da cui derivano quelle scelte, perché il diritto alla salute di tutti, soprattutto della comunità che vive nelle aree più svantaggiate, venga affermato e difeso”. Questo l’intervento del capogruppo Pd in Consiglio regionale Silvio Paolucci sull’annunciata chiusura delle sedi di continuità assistenziale di Palmoli e Carunchio. “È di fine giugno l’annuncio da parte della Asl delle chiusure e degli accorpamenti, a cui ha fatto seguito la costituzione di un vero e proprio cartello formato dai 20 sindaci del comprensorio che alla Asl in primis e, de relato alla Regione, chiedono le attenzioni che non hanno avuto negli ultimi due anni e mezzo e un incontro per ripensare le scelte. A questi tagli si aggiunge anche l’impoverimento dei servizi specialistici nel Distretto di Castiglione Messer Marino e l’accorpamento di Palmoli alla Circoscrizione di Gissi e la mancata apertura di quella di Carunchio che convergerà in quella di Celenza sul Trigno – così l’ex assessore alla sanità – e lo si fa come se si stesse parlando di un territorio completamente praticabile e di tagli solo temporanei. La verità è un’altra: questo governo regionale ha abbandonato l’Alto vastese e non indietreggerà sui tagli, perché non programma e costringe le Asl a prendere decisioni dettate dall’esigenza di ridurre i deficit che stanno crescendo a tutti i livelli. Ma come si fa a gestire i servizi più sensibili della Regione senza investire? Senza assumere personale e senza potenziare la rete territoriale? Com’è possibile che non si riesca nemmeno a spendere le risorse che il centrosinistra ha lasciato, insieme all’unica programmazione sanitaria ad oggi vigente? Serve una risposta seria e attendibile a un discorso che è sì tecnico, ma investe la politica e il programma di governo. Non è pensabile che le uniche azioni siano tagli, per di più in un territorio ufficialmente definito ambito disagiatissimo, dunque dove si dovrebbero fare azioni di segno esattamente opposto. Abbia la Regione il coraggio di governare, in vista anche delle risorse del PNRR, è questo che il Governo chiede agli enti locali e che in Abruzzo, finora, non abbiamo visto andare in onda”.