Nella vita non sapremo mai come andranno a finire le cose, ma ricorderemo sempre come sono iniziate. Pilkington Italia (ex Siv) era un gioiello di famiglia , nato all’interno delle ex Partecipazioni Statali a seguito di una grande azione di lotta sociale e popolare , subita ma accolta dalla politica italiana , a compensazione della utilizzazione dei giacimenti metaniferi rinvenuti nel basso Abruzzo .
A Vasto e nel vastese questo colosso produttivo si è ,piano piano, affermato fino ad assumere una dimensione internazionale, radicando e sviluppandosi sulla capacità dei tecnici e sul duro lavoro delle maestranze locali . I nostri operai hanno , nel tempo , prima imparato la difficile arte del “fare vetro” e poi hanno perfezionato le loro esperienze “sul campo” , fino a raggiungere elevati livelli di efficienza tecnologica e di capacità operative , esportabili ed esportate in tutto il mondo .
Poi il gioiello produttivo e gli enormi investimenti pubblici sostenuti negli anni , sono stati improvvisamente dismessi e svalorizzati, in una operazione di mercato discutibile - che ancora oggi grida vendetta – con la azienda privatizzata e depositata sul mercato già saturo , senza tutele e paracadute , addirittura spacchettandola e trasformando alcuni degli impianti satelliti costruiti per il mondo (Spagna, Polonia, etc) in concorrenti spietati e favoriti sia dalla posizione , centrale rispetto alla ubicazione delle principali case auto , sia dai minori costi di produzione, relativi alle spese per il personale e per la enorme energia utilizzata nei processi di trasformazione .
L’on. Remo Gaspari – padre rimpianto di cui tutti i vastesi avrebbero quanto mai ancora bisogno –, a scippo avvenuto, lo aveva purtroppo amaramente profetizzato : senza la testa operativa a San Salvo e con il solo cuore degli operai , questo patrimonio del nostro territorio , scemerà la sua forza produttiva e potrebbe perdere migliaia di posti di lavoro. Purtroppo il preavviso di burrasca , non è stato ben valutato da una classe politica locale inadeguata e distratta e dai Sindacati aziendali, evidentemente tenuti all’oscuro delle decisioni strategiche o impegnati a supportare il Management in altre vicende : sta di fatto che più della metà della forza lavoro diretta è andata persa . Migliaia di posti di lavoro, sostituiti con tante pensioni che reggono ancora la economia del Comprensorio vastese , ma che sono destinate a finire.
Negli ultimi dieci anni , si riscontrano pochissimi investimenti in prodotti e tecnologie e solo un grande spolvero di ammortizzatori sociali e di solidarietà tra operai , per una gestione compassionevole della agonia aziendale . Mai avremmo creduto che si potesse arrivare tanto silenziosamente in basso.
Quando abbiamo osservato che, nonostante il raccordo ferroviario interno allo stabilimento, i container pieni di vetro – trasportati con gli autotreni - venivano imbarcati sul treno nella lontana Sassuolo , quando abbiamo notato che quasi tutti i furgoni prodotti dalla Sevel in Val di Sangro montano vetri di altri costruttori , quando ci siamo resi conto che il Centro Ricerche è stato svuotato, smontato e , sostanzialmente , chiuso nel disinteresse generale dei responsabili , ai vari livelli , allora si è bruscamente evidenziata la triste realtà di un ex gioiello produttivo italiano , divenuto ,purtroppo , solo un braccio - obsoleto ed ingombrante - di un operatore internazionale mondiale, di cui eravamo risorsa e per cui si rischia di diventare un problema . Incredibile , ma senza logistica, senza vendite e senza sviluppo le aziende non vivono.
Il Covid 19 e le negative conseguenze sul mercato dell’auto , con il calo della richiesta , potrebbero oggigiorno fornire anche un inaspettato supporto ad un destino industriale che sembrerebbe esssere stato disegnato a tavolino, nel panel aziendale della NSG Group : lasciare a San Salvo solo le produzioni a maggior valore aggiunto , indipendentemente dai volumi e dal dimensionamento aziendale , ulteriormente da comprimere , a seguito del mancato revamping di un forno float – cuore dello stabilimento - e della possibile chiusura di uno dei due soli forni ancora in esercizio . Non una operazione immediata ma un tragico destino .Noi non ci stiamo a morire di sfinimento . Bisogna, quindi, agire con rapidità , manifestando un chiaro dissenso a chi effettivamente decide il futuro degli stabilimenti NSG in Europa.
Poiché il governo italiano emanerà un apposito piano per il rilancio del settore auto , immettendo grandi risorse nello specifico comparto produttivo , allora è evidente che per Pilkington occorrerà trattare con i veri proprietari della Società e con il management di gruppo , difendendo a tutti i costi i posti di lavoro - che rischiano di scomparire per sempre - in cambio di benefici e tratteggiando quali siano le necessità economiche e morali da supportare , che rendano possibile superare la crisi contingente e rilanciare , anche diversificando prodotti e settore , la unità produttiva di Piane Sant’Angelo . La politica ed i rappresentanti del nostro territorio nelle Istituzioni ( Sindaci, Consiglieri Regionali, Deputati e Senatori ) , se ci sono battano un colpo . O tacciano per sempre.
Il Nuovo Faro di Vasto - Edmondo Laudazi