“Il blocco dei lavori nei porti abruzzesi è la fotografia nitida del fallimento politico del centrodestra regionale e nazionale. Una gestione che, in pochi anni, è riuscita a smantellare quanto di buono era stato programmato con lungimiranza dal Masterplan di Luciano D’Alfonso”.
Così in una nota Gianni Cordisco, Responsabile Infrastrutture del PD Abruzzo.
“Siamo di fronte a un vero e proprio tradimento del territorio. Il centrodestra ha permesso il definanziamento di opere strategiche, preferendo chinare il capo davanti ai diktat romani. Con la creazione della ZES Unica e la recente Finanziaria, il baricentro decisionale è stato spostato a Roma: una centralizzazione selvaggia che ha svuotato di senso l’autonomia della nostra regione e ha trasformato i nostri scali in periferie dimenticate”.
Cordisco punta il dito sulla situazione dello scalo vastese: “Il porto di Vasto è l’esempio più doloroso. Nonostante i proclami e i continui annunci dell’assessore Magnacca, che si sono rivelati del tutto inefficaci, lo sviluppo economico della zona è inclinato. Non basta fare passerelle se poi non si ha il peso politico per difendere i cantieri. Abbiamo perso tempo prezioso e risorse che erano già nelle nostre mani”.
“La portualità è il polmone dell'Abruzzo,” conclude Cordisco. “Senza infrastrutture, le nostre imprese perdono competitività. Titolo amaro ma necessario per questa situazione: speriamo che il 2026 ci porti un porto, perché questa giunta regionale ha portato solo nebbia e ritardi”.




