Esattamente come il testo di Gianni Morandi che cantava: andavo a cento all’ora per trovar la bimba mia, blen blen blen blen. Gli autisti della ditta Cerella, per rispettare gli orari imposti dalla proprietà e dai suoi minuziosi dirigenti, sono costretti ad andare ben oltre i limiti di velocità consentiti dalla legge, per arrivare a Napoli nel tempo stabilito, violando ripetutamente il codice della strada. Ovviamente, se l’autista viene fermato dalle forze dell’ordine, ne risponde personalmente sia a livello economico che perdendo punti sulla patente. E poi, vogliamo parlare della sicurezza che viene meno, sia per l’autista che per i passeggeri, percorrendo velocemente strade a dir poco dissestate e pericolose come la Trignina? Ma questo poco importa all’azienda, contano più i circa 30/40 minuti guadagnati su 200 Km di percorrenza. Minuti ricavati facendo le corse, perché un’altra genialata di Cerella è l’agente unico.
Si, a Napoli si va con il solo autista che, oltre a guidare, deve fare all’occorrenza biglietti e deve abbandonare il posto di guida ad ogni fermata per caricare e scaricare bagagli. Con il secondo agente invece, si garantirebbe una migliore qualità e maggiore sicurezza del viaggio assicurando, sia al passeggero che al primo agente, tutta la sua assistenza, anche in termini di guida. Per di più ci sarebbe un maggior controllo sui “portoghesi”, ovvero quell'inutile clientela che sale a bordo senza pagare o viaggia con un biglietto per una tratta ridotta, per poi scendere ai capolinea di Napoli o Vasto. Il male dei giorni nostri, quell'evasione tariffaria che con il secondo agente si potrebbe evitare, forte anche di un accordo ancora in essere e che è previsto lungo la linea Vasto-Napoli, ma che l'azienda continua, senza valido motivo, a negare. Inoltre, come se tutto ciò non fosse già sufficiente, non possiamo esimerci nel sottolineare i turni disagiati a cui sono sottoposti gli autisti, con minuti di riposo fra una corsa e l’altra ridotti al minimo, costretti a volte a cambiare tre autobus fra corse regionali e ministeriali per completare il proprio turno. Inoltre, chi non si adegua ad una gestione clientelare e sottomissiva all’azienda, viene perseguito vedendosi assegnare turni massacranti, causando malcontento fra gli stessi autisti mettendoli l’uno contro l’altro. Ma non finisce qui, a chi va chiedere spiegazioni in merito, gli viene lapidariamente risposto: se non ti sta bene, denunciami! Fra le varie inefficienze aziendali, ci vengono inoltre segnalati anche mancanza di instradamento delle corse e paline per le fermate. In poche parole ogni autista potrebbe seguire la strada a lui più congeniale e fermarsi dove gli pare (…ma forse questo già accade!).
Finito? Nemmeno per sogno. Oltre a segnalare una scarsa manutenzione sui mezzi, le officine sono chiuse il sabato pomeriggio e la domenica. I reperibili spesso non sono reperibili e, nella migliore delle ipotesi, se bisogna intervenire con un autobus in sostituzione, bisogna trovare l’autista “disponibile” che spesso di domenica non c’è. Terminiamo con una segnalazione, se vera, a dir poco sconcertante: la ditta Cerella non è dotata di rilevatore di presenza e quindi il personale impiegatizio “non è soggetto a timbratura”. Ci chiediamo, quindi, come siano controllate dall’azienda queste figure di lavoro e, inoltre, come sia possibile, dopo che oltretutto negli ultimi mesi sono stati assunti altri tre impiegati, che si creino straordinari e per giunta pagati in busta paga. Non solo i conti non tornano, ma la ditta Cerella, per tutto quanto descritto, non sta rispettando gli accordi presi in precedenza con le Organizzazioni Sindacali. Atteggiamento che non sarebbe corretto nemmeno se stessimo parlando di un “privato”. Qui infatti, dobbiamo ricordare che oltre il 51% delle azioni di Cerella è capitale pubblico (TUA) quindi: privato si, ma non troppo!
IL SEGRETARIO REGIONALE Giuseppe Lupo